IL
TRITURUS MARMORATUS
Il tritone marmorato è normalmente inserito nel gruppo dei tritoni di grandi dimensioni, potendo raggiungere, da adulto, la lunghezza di 17 cm. In effetti, è opportuno chiarire fin da ora che esiste una sub-specie, detta T.m. pygmaeus, che raramente supera gli 11 cm. Comunque, al di là delle dimensioni e di altri piccoli particolari, le due sub-specie (T.m.m. e T.m.pygmaeus) possiedono identici tratti qualificanti, in primo luogo il colore del dorso che è verde vivo chiazzato di nero, mentre il ventre è di tonalità nero/grigia con una fitta punteggiatura bianca; anche la gola è nera con macchie bianche.
Un secondo elemento importante per il riconoscimento di questo anfibio, è costituito dalla presenza di una striscia dorsale di colore arancio, che partendo da dietro il capo attraversa tutto il corpo fino all’estremità della coda; questa caratteristica è molto importante perché permette di distinguere il maschio dalla femmina, visto che quest’ultima ha la striscia ben delineata liscia e continua, mentre nel maschio (nella fase terricola) essa è più stretta e denota già la presenza, anche sotto forma di impercettibile gobba, della cresta dorsale che si svilupperà nel periodo dell’accoppiamento.
La pelle è normalmente vellutata nella fase terricola mentre si presenta moderatamente verrucosa nella fase acquatica.
Dal punto di vista della distinzione dei sessi, oltre a quanto detto finora, anche nel tritone marmorato è presente un forte dimorfismo sessuale nella fase riproduttiva-acquatica: il maschio, infatti, sviluppa una consistente cresta dorsale di colore arancio a bande verticali nero/grigie, cresta che si estende anche alla coda, che presenta altresì una vistosa banda orizzontale bianco brillante; nella femmina non è presenta la cresta dorsale, tuttavia si assiste ad un considerevole innalzamento della cresta caudale (senza mai raggiungere il colore o l’altezza di quella del maschio).
Adesso alcuni cenni agli habitat naturali nei quali è possibile incontrare questi tritoni.
Anzitutto va detto che il T.m. è originario della Francia ( salvo le zone ad E e NO), della Spagna e del Portogallo. I tritoni marmorati sono “mediamente acquatici”, nel senso che vi trascorrono buona parte della loro esistenza, a differenza di altri Triturus ( ad es. vulgaris) che entrano in acqua solo ed esclusivamente nel periodo della riproduzione, tanto che in cattività sono segnalati esemplari resi completamente acquatici. Sembra che il suo habitat preferito sia caratterizzato dalla presenza di boschi di piante decidue nei quali li si trova di preferenza sotto i tronchi o in altri nascondigli naturali; questi tritoni escono dai loro rifugi in tarda sera e sono sostanzialmente notturni; alcuni autori segnalano, nei luoghi particolarmente caldi, la possibilità di estivazione per tutto il periodo di luglio-agosto (in particolare per il T.m.pygmaeus).
Per quanto riguarda la riproduzione di questi tritoni, si richiamano le note generali sull’accoppiamento dei Triturus –comuni a quasi tutte le specie -, con una nota: le uova dei marmorati risentono di un difetto dello sviluppo della coda nell’embrione, comune anche ai tritoni crestati, per cui si riscontra una mortalità del 50% delle potenziali schiuse.
Ma cosa mangiano questi tritoni? In natura si cibano di piccoli invertebrati, lumachine, lombrichi grilli etc., mentre in cattività, soprattutto durante la fase acquatica, possono essere nutriti con tubifex, chiro, gammarus, larve di effimera e tricotteri, camole del miele e della farina (con molta parsimonia in quanto particolarmente “chitinose”) e piccoli grilli.
Negli esemplari riprodotti in cattività si riscontra un deciso rallentamento del bioritmo fin da temperature inferiori ai 12° C, al di sotto dei quali i tritoni smettono di cibarsi- o riducono notevolmente la vivacità e l’appetito -
Ecco alcune foto raccolte durante le mie ricerche in rete: